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Introduzione alla medicina Antroposofica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La medicina antroposofica è uno dei numerosi campi di applicazione dell'opera di Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell'antroposofia, la quale considera l'essere umano costituito da un corpo fisico, da un'anima e da uno spirito; la medicina antroposofica nei suoi metodi di ricerca, di diagnosi e terapia tiene conto anche di questa tripartizione.

 

Molte persone con esperienze professionali diverse chiesero, negli ultimi anni della sua vita, a Rudolf Steiner come applicare i principi dell'antroposofia nei diversi ambiti e nacquero nuovi modi di concepire la medicina, la pedagogia, l'architettura, l'arte, l'economia e l'agricoltura, con applicazioni pratiche, oggi in tutto il mondo.

 

Nell'ambito della medicina un gruppo di trenta medici e studenti interessati

all'antroposofia si rivolsero a Steiner, il quale nel 1920, dopo un anno di contatti

epistolari, tenne per loro un ciclo di conferenze, affrontando numerosi temi di

medicina e di antropologia, con nuovi spunti per impostare la terapia. Una nuova

pratica medica fu impulsata grazie alla collaborazione tra Steiner e Ita Wegman

(1876 - 1943), medico olandese che fondò la prima clinica antroposofica ad Arlesheim,

in Svizzera.

 

Steiner collaborò in modo attivo, pur non essendo medico, con la comunità medica

dell'ospedale per una medicina non in contrapposizione con quella convenzionale,

ma come ampliamento di questa stessa.

 

Nella farmacopea antroposofica, dall'originalità delle ricerche scientifico-spirituali di

Steiner, si trovano anche preparati unici: i metalli vegetabilizzati, in cui le piante, come

omeopate della natura, assorbono dalla terra adeguatamente arricchita di metalli

specifici, le particelle di metalli, con una processualità del tutto particolare; i farmaci 'doron', veri doni per le diverse funzioni vitali dell'organismo e il vischio utilizzato nella terapia oncologica.

Le ricerche sul metodo di preparazione dei farmaci sono state portate avanti da farmacisti antroposofi, come Rudolf Hauschka, che ha valorizzato l'esposizione dei prodotti tenendo conto delle forze cosmiche dell'alba e del tramonto.

 

La terapia antroposofica vuole andare a stimolare le forze vitali di risanamento presenti nel paziente. Si tratta di forze sovrasensibili che Steiner chiama 'corpo eterico', particolarmente attive nei processi di crescita, rigenerazione e nutrizione: costituiscono l'organizzazione vitale, presente anche nel regno vegetale ed animale, mentre manca nel regno minerale.

 

La coscienza del mondo esterno è possibile grazie alle forze che costituiscono quello che Steiner chiama 'corpo astrale' o anima, che accomuna l'uomo con gli animali, anch'essi dotati di coscienza del mondo esterno. Il corpo astrale è particolarmente attivo nell'ambito del sistema nervoso.

 

L'essere umano poi è dotato anche di autocoscienza e ha la possibilità di evolvere interiormente per autodeterminazione, tutte caratteristiche dello spirito o dell'Io, essenza dell'individualità che si esprime in particolare nell'attività del sangue.

 

L'equilibrio tra il sistema neurosensoriale, che sta a fondamento del pensare, il sistema ritmico (principalmente sistema respiratorio e sistema cardiocircolatorio) che sta a fondamento del sentire e il sistema del ricambio e delle membra (sistema metabolico) che sta a fondamento del volere, sono interconnesse alle dinamiche che si esprimono nell'immagine tripartita (corpo, anima e spirito) e quadripartita dell'uomo (corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io); per l'animale si fa riferimento ad un Io di gruppo non incarnato.

 

L'immagine di una pianta rovesciata rimanda alla relazione tra i processi vitali di pianta, uomo e natura esterna. Nella pianta le forze addensanti centripete, esemplificate in natura nella formazione dei sali, si attivano in senso funzionale prevalentemente nella radice; nell'uomo invece vengono attivate prevalentemente nel sistema neurosensoriale. L'uomo si serve della dinamica centrifuga dissolvente del principio sulfureo nel sistema del ricambio, fenomeno che nella natura inorganica è rappresentato dalla formazione di sostanze combustibili, volatili, come zolfo e fosforo e nell'organismo vegetale dalla formazione del fiore. La struttura ritmica del respiro e della circolazione mostra nell'essere umano le leggi del principio mercuriale, mentre nella pianta lo stesso principio si osserva nella sfera del germoglio e della foglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scelta delle sostanze avviene in modo mirato per agire sui sistemi funzionali sopra citati e l'impiego ad esempio di piante medicinali non dipende solo dai principi attivi in esse contenuti, ma anche dalla parte della pianta scelta, dalle condizioni di crescita e di coltura e dai metodi di preparazione nel processo farmaceutico.

 

Il medico antroposofo deve quindi sviluppare una specifica percezione dei processi vitali nell'organismo, delle realtà psichiche o animiche legate alla corporeità e degli elementi individuali che si integrano con la realtà fisica, vivente ed animica, considerando anche gli aspetti biografici del paziente.

 

È troppo restrittivo considerare la medicina antroposofica solo come un orientamento terapeutico che utilizza rimedi naturali. Essa cerca di comprendere in un ambito conoscitivo più ampio l'immagine scientifica del rapporto tra uomo e natura, per tendere a trovare per ogni condizione il relativo rimedio, che potrà essere: una sostanza, un rimedio convenzionale, il colloquio, il massaggio ritmico, una terapia artistica antroposofica (arte del colore, modellaggio, disegno di forma, musica, arte della parola, euritmia terapeutica), il lavoro biografico.

 

Malattia e guarigione come polarità tra forze distruttive e forze costruttive nell'organismo umano e animale, trovano nella salute il punto di equilibrio dinamico che deve essere conquistato in modo diverso in ogni età della vita, ogni giorno; salute iscritta nella biografia individuale per l'uomo e, per l'animale addomesticato condizionata dalla relazione che si crea con il proprietario, che ha la responsabilità di prendersene cura.

 

 

"Che cosa vuol dire addomesticare?" - chiede il piccolo principe alla volpe - "È una cosa da molto tempo dimenticata. Vuol dire creare dei legami..." ... "Se tu mi addomestichi noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo". "Comincio a capire" - disse il piccolo principe - "C'è un fiore...credo mi abbia addomesticato...".

...

"non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"...

"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante"...

"Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato". (Antoine de Saint- Exupery)

 

 

Dora Scialfa 

Visito a BOLOGNA, anche a domicilio e sporadicamente anche in altre città

 

CONTATTI:

cell: 349.8682506

 

 

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